AREZZO
Arezzo, come un ciel terrestro è il lino cerulo,
il vento aulisce di viola.
Ove sono Uguccion della Faggiuola
e il cavalier mitrato Guglielmino?
[…]
Van sonetti del tuo Guitton,
canzoni del tuo Petrarca per colline e valli;
e con voce d’amore tu mi parli.
Bruna ti miro dall’aerea loggia
che t’alzò Benedetto da Maiano.
Fan ghirlanda le nubi ove Lignano
e Catenaia e Pietramala poggia.
E fànnoti ghirlande i tralci a Foggia
di quelle onde i tuoi vasi ornò la mano
pieghevole del figulo pagano
quando per lui vivea l’argilla roggia.
Così il poeta Gabriele D’Annunzio sentiva e cantava Arezzo: e nei versi sono nomi di personaggi del passato, di luoghi e paesaggi, d’attività che han fatto grande e conosciuta la città Toscana, dalle origini etrusche e dalle vicende travagliate. Vi nacquero Guittone d’Arezzo, Francesco Petrarca, Pietro l’Aretino, Francesco Redi, Giorgio Vasari, diversissimi fra loro per indole, attitudini e costumi, ma tutti figure di primo piano – come si usa dire – nel pantheon della cultura nazionale.
Arezzo – capoluogo della provincia omonima, circa 100.000 abitanti – sorge su un dolce declivio al margine settentrionale della Val di Chiana, dove questa s’innesta col Casentino, il Valdarno, con gli ampi solchi dell’Arno, uno ad oriente, l’altro ad occidente, della dorsale appenninica del Pratomagno (1592 m).
La città è circondata da mura con ben otto cinte e si mostra sobria ed elegante, avvolta da un’atmosfera impregnata della sua antica storia. L’abitato si espande sul pendio di una collina, con una pianta pressoché semicircolare. Il centro è occupato dal Duomo, che sorge in posizione dominante. Dalla piazza del Duomo si dipartono a raggiera le tre principali vie della città che si dirigono alla Val di Chiana, al Valdarno di Sopra, al Casentino. Via Garibaldi taglia le tre principali arterie, seguendo l’asse del semicerchio. All’esterno di essa, verso la linea ferroviaria, sorgono Quartieri meno antichi, con strade rettilinee, ampie, alberate, che fanno capo alla grande piazza, in cui sorge il monumento a Guido d’Arezzo, il monaco che ha inventato le note musicali.
Chi cammina lungo il Corso o le stradine medievali che – fiancheggiate da edifici cinquecenteschi – salgono verso la parte alta della città, ha l’impressione di trovarsi all’interno di un affresco di Piero della Francesca, e precisamente un affresco del ciclo della Leggenda della vera Croce, conservato in San Francesco. Nello sfondo del ritrovamento delle tre Croci, la Gerusalemme ha i tratti reali dell’Arezzo quattrocentesca. Del periodo romanico il capolavoro è la Pieve di Santa Maria, dei secoli XII e XIII, di grande suggestione, che contiene tra le altre opere d’arte un polittico di Pietro Lorenzetti.
Nella Chiesa di San Domenico poi si trova un altro pezzo eccezionale, un Crocefisso di Cimabue.Volto antico ed anima moderna, Arezzo è uno fra i più importanti centri turistici della Toscana. Di solito, la visita della città ha come punto di partenza la Piazza Grande: qui colpisce l’ariosità del luogo, disegnato a forma di trapezio irregolare e articolato da leggeri dislivelli colmati da gradoni. Sede di un importante Mercato dell’Artigianato, la piazza ospita la “Giostra del Saracino”, gioco cavalleresco che affonda le sue radici nella secolare lotta fra la cristianità occidentale e i mussulmani. La manifestazione si svolge ogni anno in due edizioni: il penultimo sabato di giugno in notturna e la prima domenica di settembre. Ne sono protagonisti gli antichi Quartieri della città.
Nelle sue famose “Cronache” il Villani ricorda che “Il sito e l’aria di Arezzo genera sottilissimi uomini”, e lo stesso Fazio degli Uberti – parlando della natura dell’ingegno degli Aretini, dice che è “tanto sottil, che a ciò che a far si danno / passan degli altri le più volte il segno”. Dante li definì “botoli ringhiosi”, ma si sa, il grande poeta era fiorentino e – come narra la storia – fra Arezzo e Firenze c’è stata, a dir poco, secolare inimicizia.
Un narratore dell’Ottocento, Anton Giulio Barrili, scriveva:
“Lettori gentili, siete mai stati ad Arezzo? Se non ci siete mai stati, vi prego di andarci alla prima occasione, anche a costo di farla nascere, o d’inventare un pretesto. Vi assicuro io che mi ringrazierete del consiglio. La Val di Chiana è una tra le più amene e le più pittoresche “del bel paese là dove il sì suona”. Anzi, un dilettante di bisticci potrebbe sostenere che il sì è nato proprio in Arezzo, poiché fu aretino quel monaco Guido, a cui siamo debitori della scala armonica. Ma, a farlo apposta, Guido d’Arezzo non inventò che sei note, dimenticando per l’appunto di inventare la settima. Forse, ribatterà il dilettante di cui sopra, Guido non ha inventato il si, perché questo era già nella lingua madre, o il brav’uomo non voleva farsi bello del sol di luglio. Comunque sia, andate in Val di Chiana e smontate ad Arezzo. La città non è vasta, ma che importa?”.
Uno dei primi luoghi da visitare appena si arriva ad Arezzo è sicuramente la chiesa di S. Francesco del sec. XIII e rifatta nel 1318-77, restaurata ai primi del ‘900 concampanile del ‘500. All’interno troviamo alcune opere di elevato spessore, come lacappella Guasconi, alcune opere di artisti come Spinello Aretino, Bicci di Lorenzo , ma soprattutto la Leggenda della Croce,celebrato ciclo di affreschi su tre registri eseguito da Piero della Francesca tra il 1453 e il 1466, dove egli si ispirò alla”LeggendaAurea” di Jacopo da Varagine,una delle creazioni di maggiore spicco dell’intero rinascimento italiano.Inoltrandoci in via Cavour si incontra la chiesa di Badia, eretta dai Benedettini Cassinesi nel secolo XIII e ampliata verso la seconda metà del’500 da GiorgioVasari. Corso Italia è lo storico asse medievale (Borgo Maestro) della città e sicuramente la sua via principale, interamente costeggiata di antichi palazzi e prestigiosi negozi. Lungo di essa si incontrano la chiesadi S.Michele, palazzo Bacci, palazzoAltucci, palazzo Camaiani, Albergotti e la torre della Bigazza.
La Pieve di S.Maria è la più bella chiesa di Arezzo oltreché uno dei più begli esempi di stile romanico in tutta la Toscana. E’ stata iniziata dopo il 1140 e, dopo varie modifiche e rifacimenti è stata ultimata alla fine dell’800. All’esterno si trova la torre campanaria; all’interno invece troviamo un portale ornato dalla raffigurazione deiMesi, il reliquiario di S. Donato, opera aretina in argento dorato (1346)e il grandePolittico (Madonna col Bambino e santi, annunciazione, assunta e Santi) di PietroLorenzetti (1320). Proseguendo per via Cavour arriviamo a Piazza Grande, detta anche piazza Vasari, è tra le più scenografiche e suggestive piazze d’Italia, teatro della Giostra del Saracino e della notissima fiera antiquaria. Questa piazza, ha un’insolita composizione planimetrica, vi si affaccia il palazzo del Tribunale, l’elegante palazzo della Fraternità dei Laici il grandioso palazzo delle Logge (1573) opera del Vasari. Lungo via dei Pillati il palazzo Pretorio e la presunta casa natale del Petrarca, a cui è dedicato anche un monumento nel Passeggio del Prato.
Il Duomo (ultimato inizio’500)si trova su di una scalinata cinquecentesca ed è in stile gotico. Sulla facciata neogotica (1901-14), che ha sostituito quella originale, rimasta incompiuta, un portale romanico-gotico ornato da un gruppo scultoreo in terracotta di Niccolò di Luca Spinelli. All’esterno si trova il campanile neogotico(1859) e all’interno troviamo le vetrate istoriate di Guillaume de Marcillat (sec XVI), la cosiddetta Cappella Tarlati(1334), l’Arcadi S. Donato, l’affresco della Maddalena di Piero della Francescae il Cenotafio di Guido Tarlati, opera di Agostino di Giovanni e Agnolo di Ventura (1330)e, all’estremità della navata, la Cappella della Madonna del Conforto (fine’700).
Una visita merita il Museo Diocesano dove sono custodite opere appartenenti al Duomo e ad altre chiese della Diocesi: per esempio il Crocifisso ligneo policromo del sec XIII; tre affreschi riportati di Spinello Aretino; l’annunciazione, bassorilievo attribuito al Rossellino; annuncio della morte della Vergine di Andrea di Nerioe alcuni dipinti di Luca Signorelli e di Vasari. Da visitare anche il Palazzo del Comune, (1333)con cortile a portico e loggia e nelle varie sale dipinti di artisti aretini comeParri e Spinello.Si può continuare al visita diArezzo fermandoci nella chiesa della Ss. Annunziata,in via Garibaldi e S. Maria in Gradi,ricostruita(1592)da Bartolomeo Ammannati, nella quale si trovano due imponenti cantorie lignee, opere di Salvi Castellucci (1654 a destra) e Bernardino Santini (1630-32 asinistra). Un’altra chiesa interessante è quella di S. Domenico: costruzione gotica del 1275-1300 più volte rimaneggiata nei secoli, con portale romanico e campanile a vela che conserva campane trecentesche. All’interno, l’altare Dragoncelli (1350), e il gruppo in pietra di scuola senese “Madonna col Bambino”; l’Annunciazione di Spinello Aretino, ma soprattutto,al centro dell’abside, il grandioso Crocifisso dipinto, capolavoro giovanile di Cimabue (1260-65).
Inoltrandoci per via XX Settembre si incontra casa Vasari, abitazione aretina di Giorgio Vasari, fu fatta erigere dall’artista stesso(1540-48) che ne curò l’arredo e provvide personalmente a decorarla d’affreschi; oggi è sede del Museo e Archivio Vasariano. Il Museod’arte medievale e moderna ha sede nel rinascimentale palazzoBruni-Ciocchi o della Dogana (secoloXV) ed è nato dalla fusione delle collezioni d’arte municipali e della Fraternità dei Laici ed offre ai visitatori una panoramica completa sulle opere della pittura aretina e toscana del periodo ‘300-‘800. All’interno si trovano: al pianterreno sculture appartenenti al primo periodo, dall’alto medioevo al primo rinascimento, tra cui alcune Madonne delle antiche porte della cinta urbana trecentesca.Al primo piano opere di Giorgio Vasari(Cena di Assuero), Margaritoned’Arezzo (S. Francesco e Madonna in trono), Maestro della Maddalena (Madonna colBambino), Agostino di Giovanni (testa di guerriero), Spinello Aretino (Pietà) Parridi Spinello (Madonna della Misericordia), Bartolomeo della Gatta (S. Rocco)e di Luca Signorelli (Madonna e Santi e Adorazione del Bambino). Nella donazione Salmi altre opere tra cui S. Girolamo di Ludovico Carracci. Al secondo piano opere di Luca Signorelli (Madonnacol Bambino e Santi), Bernardino Poccetti (Salita al Calvario), Giorgio Vasari (Stendardodi S. Rocco) e alcune opere della pittura dal ‘600 all’’800. Ai piani superiori,in alcune salette sono custodite altre opere come delle oreficerie aretine (secXII-XVII),vetri toscani (Secoli XVI-XX), bronzetti (sec XVI-XVIII), alcune pregevolimaioliche di fattura italiana del periodo ’400-‘700, in cui spicca un bacile di porcellana medicea del ‘500, e alcune monete, sigilli e medaglie.
Altro museo importante ad Arezzo è quello Archeologico Mecenate; al piano rialzatosono allestite le sezioni topografiche etrusca ed ellenistica in cui si trovano reperti dell’agro-aretino(cratere a volute di Euphoronios) della Valdichiana e del Casentino. Nella sezione romana,vasta collezione dei cosiddetti vasi corallini, (o terre sigillate). Al primo piano alcune ceramiche, tra cui spicca la coppa attica di Dourius, vetri e preziosi (ritratto virile in crisografia), numismatica (quincussiusetrusco), bronzi etruschi e romani. Qui troviamo inoltre le collezioni Gamurrini, Bacci, Fungini e Beccatelli.Uno sguardo alla chiesa di S.Maria delle Grazie (1435-44) con il suo elegante portico di Benedetto da Maiano e l’altare maggiore di Andrea della Robbia, racchiude l’immagine della Madonna della Misericordia, opera di Parri di Spinello.